La Corte dei conti, il 22 luglio, ha scoperto che 30.000 deceduti percepivano ancora una pensione nel 2014 e 2015. Alcune cifre fanno paura solo a immaginarle, nello specifico ha significato 25 milioni di euro al mese e 300 milioni all'anno. I dati storici sui decessi dal 1989 all'ottobre 2015 sono stati compensati e la Corte ha contribuito con 29.321 pensionati deceduti.
La Corte parla dell'alto grado di errore da parte dell'INE (Istituto Nazionale di Statistica), l'ente preposto all'identificazione dei defunti, e con essi le rispettive pensioni. Questa Corte avvia anche una comunicazione diretta agli istituti finanziari, con l'obiettivo che svolgano con maggiore attenzione e controllo l'esperienza o la morte dei pensionati.
L'Istituto nazionale di previdenza sociale (INSS) dubita dell'autenticità dei dati, ritiene inoltre che i dati ottenuti dovrebbero essere rivisti. Parla di un possibile errore di duplicazione, perché, incrociando i dati dei beneficiari delle pensioni, ha scoperto che gli unici dati che coincidono sono quelli del Documento di identità nazionale sul presunto defunto.
Non contenta di ciò, l'autorità di vigilanza dubita dei criteri seguiti dalla Previdenza Sociale per effettuare l'attraversamento informatico. "L'INSS non ha istituito un controllo sull'esperienza dei beneficiari di pensione e gli enti finanziari che collaborano al pagamento delle pensioni, non effettuano tale controllo in modo sistematico", ha sottolineato la Corte.
La Previdenza Sociale si difende sottolineando che "Giustizia" è un programma informatico utilizzato dal 2014 con lo scopo di rilevare i decessi. Utilizzando questa procedura il margine di errore è minimo. Rispondendo al suggerimento della Corte su un controllo manuale dei pensionati da parte dell'INSS, risponde affermando che ci sono 1,2 milioni di persone di età pari o superiore a 85 anni, che danneggerebbero gravemente questo gruppo effettuando questi controlli faccia a faccia.
La notizia è arrivata in un momento delicato per la Previdenza Sociale, il sistema pensionistico è in grave pericolo. L'età avanzata della popolazione, aggiungendo la disoccupazione, rende necessaria l'assunzione di piani pensionistici privati.