Regno Unito sull'orlo della recessione

La Brexit mette a dura prova l'economia britannica, spegnendo la sua prevista crescita. La recessione tecnica insegue alcuni indicatori con una performance danneggiata.

Allo stesso tempo conoscevamo la situazione dell'economia tedesca, nonché la recessione tecnica raccolta dopo il raggiungimento di 2 trimestri consecutivi, contando il terzo trimestre dell'anno, con contrazioni del prodotto interno lordo (PIL) tedesco; L'economia britannica, un'altra economia duramente colpita dall'incertezza e dagli shock geopolitici, si unisce al club delle economie europee che sta entrando in quel pessimismo che, dall'inizio di quest'anno, ha messo in ombra l'economia europea. Ed è che, come la Germania, il maggiore deterioramento che l'economia britannica ha sperimentato, aggiunto al deterioramento che sta vivendo l'economia globale, ha portato alla sua prima diminuzione del PIL dal 2013.

Come ho detto, pur essendo uno scenario più di quanto previsto dagli analisti, è preoccupante che le grandi economie europee, tra cui Germania, Regno Unito o Italia, siano in questo stato di recessione tecnica, o sull'orlo di essa. Nonostante le previsioni che prevedevano la possibilità che ciò accadesse, il rinvio nel tempo che stanno vivendo i problemi che, in larga misura, stanno interessando queste economie sta facendo paura in Europa; poiché se la situazione non viene risolta, lo scenario recessivo potrebbe non solo essere prolungato, ma addirittura deteriorarsi.

Nonostante la situazione nel Regno Unito sia più favorevole rispetto alla Germania, almeno in termini di previsioni sull'evoluzione futura del PIL, prevale il rallentamento economico che sta scuotendo l'intera economia mondiale, accentuato dalla Brexit con l'economia britannica; producendo un brusco calo dell'attività economica del Paese, nonché un ulteriore deterioramento delle esportazioni. Un fattore, quest'ultimo, che è stato un denominatore comune nel deterioramento delle grandi economie della Zona Euro, vista la brusca caduta che la domanda esterna ha subito a livello mondiale e la riduzione delle esportazioni che ha determinato un maggiore deterioramento del bilancia commerciale.

Una crescita condizionata

Secondo i PMI manifatturieri presentati dall'economia anglosassone, questi mostrano un forte calo dell'attività industriale nel Paese. Un sintomo che, come in Germania, ha portato l'indicatore a livelli al di sotto della soglia dei 50 punti, lasciando l'attività industriale su livelli recessivi. Qualcosa che non si è visto nel settore dei servizi, anche se in questo caso altre economie della zona euro non lo vedono, così come la Cina e gli Stati Uniti, dove tutti stanno ammortizzando i cali dell'attività industriale con un compenso dal settore dei servizi .che continua a mostrare un comportamento equilibrato ma indebolito.

Tuttavia, le previsioni di crescita per l'economia britannica mostrano una maggiore preoccupazione per il paese, poiché come si può vedere, l'economia britannica ha già registrato una contrazione dello 0,2% nell'ultimo trimestre. La Brexit sta già punendo l'economia britannica, portando le organizzazioni multilaterali a rivedere continuamente le proprie previsioni di crescita con aggiornamenti e nuove revisioni al ribasso, in linea con l'andamento degli indicatori e delle variabili che influenzano l'economia. Previsioni di crescita che, in linea con quelle stabilite dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), collocano la crescita futura dell'economia britannica all'1,2%; molto in linea con le previsioni di crescita per l'Unione Europea (1,1%).

Tuttavia, secondo le previsioni delle istituzioni, un altro fattore determinante nell'evoluzione dell'economia britannica, almeno nel breve periodo, sarà il rapporto di uscita tra il Regno Unito e Bruxelles. Secondo le stime effettuate, il PIL anglosassone potrebbe essere inquadrato all'interno di 2 scenari completamente diversi, a seconda di come alla fine l'Unione Europea uscirà. In caso di hard Brexit, l'economia britannica potrebbe perdere quasi il 2,5%; mentre, se si trattasse di un'uscita pianificata e rilassata, l'economia britannica subirebbe un calo molto più moderato, vicino all'1,3%.

Come si vede, quasi un intero percentuale che dipende esclusivamente dalle relazioni che entrambi i leader mantengono nel processo di uscita. Siamo di fronte a una situazione che, come la Germania, dipenderà in larga misura dalle relazioni bilaterali, oltre che dallo scenario geopolitico. Anche se l'ho già detto in numerose occasioni, il Peterson Institute ha recentemente pubblicato un rapporto che alludeva a ciò che gli economisti hanno messo in guardia durante il processo Brexit, anche dopo il referendum stesso. L'economia europea, con la questione della Brexit, sta vivendo un freno al suo sviluppo economico. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che il Paese più colpito, in ogni caso, è il Regno Unito; almeno a breve termine, come sopra indicato.

Un'Europa meno danneggiata

L'Unione Europea, a parte il Regno Unito, in caso di hard Brexit potrebbe restare fino allo 0,35% del PIL, mentre in caso di Brexit pianificata e ordinata, la perdita di PIL potrebbe essere quantificata in un valore di circa 0,16 %. In altre parole, in entrambi i casi, l'onere causato dall'emissione della Brexit all'Unione Europea continua ad essere molto distante dal danno causato dall'uscita dal Paese anglosassone. Segno che i più colpiti dall'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea continuano ad essere gli stessi britannici; per molti sforzi che vanno a negare questa affermazione.

Come si vede, e per finire riassumendo la situazione; La Brexit sta mettendo a dura prova un'economia britannica che, a sua volta, è sempre più debole e spenta. Le crescite non stanno avvenendo come previsto e la situazione, almeno in termini di indicatori economici, mostra una realtà più che avvertita dagli economisti. Una realtà che il popolo britannico non ha visto, ma che conferma le grandi difficoltà che questa escalation di tensioni protezionistiche e nazionaliste comporta per un'economia, in un mondo sempre più globalizzato. Una situazione che, sommata al rallentamento sincronizzato, come descritto dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), continua ad ostacolare la prosperità dell'economia nell'Unione Europea.

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