Continua il raggruppamento di banche in Europa, Intesa Sanpaolo rileva Veneto e Popolare per un euro

Sommario:

Continua il raggruppamento di banche in Europa, Intesa Sanpaolo rileva Veneto e Popolare per un euro
Continua il raggruppamento di banche in Europa, Intesa Sanpaolo rileva Veneto e Popolare per un euro
Anonim

A seguito della delibera della BCE e dell'insolvenza delle 2 banche italiane, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, Intesa Sanpaolo, il principale gruppo bancario in Italia, ha espresso l'intenzione di acquisire le attività sane delle 2 banche in un'unica operazione di 17.000 milioni di euro, secondo le previsioni del governo italiano.

Dopo aver approvato la liquidazione ordinata dei due enti bancari da parte del Governo italiano a causa della situazione di insolvenza cui gli enti sono sottoposti, dopo aver subito gli esami della BCE.

La banca Intesa Sanpaolo, la più grande banca retail italiana, ha dichiarato pubblicamente che rileverà il sano patrimonio dei due gruppi bancari con un trasferimento che costerà circa 17.000 milioni di euro, denaro che proverrà da fondi pubblici.

Nel pacchetto di aiuti del governo italiano è prevista un'iniezione diretta di fondi pari a 4.785 milioni di euro per la banca acquirente, l'obiettivo di tale iniezione è il mantenimento dei coefficienti patrimoniali, oltre agli asset write-off.

I restanti 12.000 milioni di euro andranno a garanzie statali per compensare l'ingente buco patrimoniale lasciato dalle due entità liquidate.

Il rischio connesso all'utilizzo dei fondi pubblici, fondi che provengono dal contribuente italiano, ha portato la BCE a imporre la normativa dell'Unione Europea in materia di aiuti di Stato, normativa che impone una corretta applicazione di un piano di ristrutturazione e ad imporre le corrispondenti perdite agli azionisti e creditori del debito subordinato. I creditori senior potranno mantenere il loro investimento grazie al contributo che riduce i costi per lo Stato italiano.

Come annunciato dalla stampa italiana, la liquidazione degli enti significherà un duro colpo anche per l'impiegato della banca, poiché tale liquidazione comporta la chiusura di 600 filiali e il licenziamento di 4.000 dipendenti.

Come annunciato dalla Commissione della concorrenza, Margrethe Vestager, "lo schema di liquidazione è corretto e diamo il via libera alla sua realizzazione", e ha anche affermato che "la decisione della Commissione consente all'Italia di adottare misure per facilitare la liquidazione di entrambe le banche ". Dalla questura confidano che la soluzione consentirà allo Stato italiano di recuperare una parte dei beni che erano già stati affidati alle due banche liquidate, il che significa una riduzione del costo netto per le casse pubbliche.

Una risoluzione fuori Bruxelles

Dopo che l'insolvenza delle due entità è stata dichiarata venerdì scorso dalla BCE, il Single Resolution Board dell'Unione Europea (SRB) ha deciso che la caduta delle due banche non rappresentava un rischio di interesse pubblico, quindi non avrebbe preso un intervento da Bruxelles per attuare una risoluzione soddisfacente. Invece di un intervento europeo, è stata disposta la liquidazione dell'ente secondo il quadro giuridico italiano.

La legislazione italiana è molto più flessibile di quella di altri paesi della zona euro, questo ha consentito al governo italiano un margine per una distribuzione arbitraria sulla quale i creditori sopporteranno le perdite del fallimento degli enti.

Questa è stata la principale differenza tra la soluzione applicata alla liquidazione del Banco Popolare e quella adottata per le due banche italiane. Nel caso di Popular, la decisione di scegliere quali investitori avrebbero perso i propri soldi è stata presa dal JUR di Bruxelles, e nel caso delle banche italiane, la decisione è stata presa dal governo italiano.

Banca Veneto e Banca Popolare di Vicenza non sono state le uniche a richiedere fondi pubblici agli italiani. Il 1° giugno il governo italiano e la CE (Commissione Europea) hanno raggiunto un accordo per studiare la ricapitalizzazione preventiva della banca Monte dei Paschi di Siena, accordo che ha costretto il contribuente a iniettare nell'ente 8.800 milioni di euro. La liquidazione delle 2 società, sommata alla ricapitalizzazione della banca Monte dei Paschi di Siena, fa la cifra di 25.800 milioni di euro in un solo mese.

Distruzione di posti di lavoro e chiusura di uffici per un euro

Con tutto quello che abbiamo vissuto in Spagna, la situazione delle banche italiane ci sembra un altro trucco bancario, qualcosa di normale e comune nel settore bancario, ma per il governo italiano e gli impiegati delle banche non è così.

La banca Intesa Sanpaolo, prima banca retail italiana, ha firmato un contratto con i liquidatori dei due enti per l'acquisizione di tutti i patrimoni sani di entrambi gli enti per il valore di un simbolico euro, cosa che suona come una barzelletta, ma che ogni volta che lo vediamo più spesso. In tale accordo, inoltre, Intesa Sanpaolo ha escluso l'acquisizione di sofferenze, azioni e obbligazioni subordinate.

Il problema arriva quando la banca annuncia che se l'operazione viene compiuta, oltre all'esclusione degli asset tossici, prevede anche la chiusura di 600 filiali e il licenziamento di 4.000 dipendenti della banca, il che significa la chiusura del 75% degli uffici acquisiti dalla banca e il licenziamento di quasi il 50% della forza lavoro esistente.

Come annunciato dall'ente Intesa, "L'intervento consentirà di evitare le gravi conseguenze sociali che altrimenti sarebbero derivate dalla liquidazione coatta amministrativa delle due banche", oltre al fatto che "l'intervento salvaguarderà i posti di lavoro dei le banche colpite, i risparmi di circa due milioni di famiglie e l'attività di circa 200.000 imprese che ricevono sostegno finanziario e, indirettamente, i posti di lavoro di tre milioni di persone nella regione”.

Se è vero che se entrambe le banche non fossero intervenute, l'occupazione verrebbe distrutta e le chiusure degli uffici sarebbero al 100%, oltre a quello che comporterebbe il loro fallimento. L'accordo ha permesso all'Italia di risolvere alle proprie condizioni l'ultima crisi bancaria, garantendo che i 2 enti non ricevano un trattamento peggiore ai sensi delle leggi europee, in quanto più severe.

Nonostante la risoluzione della crisi bancaria, possiamo anticipare che il costo della liquidazione degli enti per il contribuente italiano sarà molto alto e che la chiusura degli uffici e il licenziamento dei dipendenti avranno un impatto molto negativo sull'economia nazionale italiana. .