Interazione e competizione, le grandi sfide per Telefónica

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Interazione e competizione, le grandi sfide per Telefónica
Interazione e competizione, le grandi sfide per Telefónica
Anonim

Oltre all'imminente sostituzione del presidente della società, César Alierta, da parte di José María Álvarez-Pallete, e alla magnifica sfida che questo manager affronta nelle sue nuove funzioni, c'è quella del futuro di Telefónica, che passa attraverso la totale digitalizzazione dei suoi business, il fronte internazionale del gruppo e la crescita esponenziale del suo più stretto competenza.

Si potrebbe dire che il secondo nome di Telefónica è intitolato Telco in linea, che è il nome con cui è nota nel settore la conversione di un'impresa in un ambiente completamente interattivo; ovvero in un'area in cui persone e dispositivi tecnologici sono perfettamente adattati e connessi.

L'obiettivo della strategia stabilita dall'operatore è quello di offrire una velocità di connessione sempre maggiore, garantendo la protezione e la sicurezza dei dati, prima che il esplosione del traffico di informazioni che il gruppo prevede nel brevissimo termine. In effetti, Telefónica ha già fatto enormi investimenti sia nelle infrastrutture che nelle reti per realizzare questa iniziativa. lo stesso Alierta Ha già spiegato la grandezza dell'approccio: "Saremo digitali da un capo all'altro, dentro e fuori".

Scena internazionale e contesto spagnolo

Un altro problema in sospeso per Alvarez-Pallete sarà quello di armonizzare il affari internazionali del colosso spagnolo delle telecomunicazioni. Non va dimenticato che oltre il 70% di reddito dell'azienda provengono dall'estero, principalmente dall'America Latina e dalla Germania. In questo senso, una delle prime sfide da risolvere sarà quella del Brasile, che si trova nel secondo mercato di Telefónica, dopo la Spagna, ma il cui PIL (prodotto interno lordo) è stato ridotto nel 2015 del 3,8%.

Allo stesso modo, in terra britannica, l'operatore è in attesa della decisione delle autorità europee garanti della concorrenza di vendere i propri filiale O2 al gruppo asiatico Hutchison Whampoa. La delibera di Bruxelles è prevista per il prossimo maggio e, se favorevole, l'operazione coinvolgerà più di 13.000 milioni di euro per l'organizzazione, con la quale cercherà di incrementare le proprie risorse finanziarie in mercati strategici.

Parte di Benefici ricavato dalla vendita di O2 potrebbe essere utilizzato anche per ridurre a debito Telefónica, che sfiora i 50.000 milioni di euro; Se però l'operazione non andrà a buon fine, non si sa quale soluzione prenderà il nuovo manager alla luce dell'affermazione fatta da Alierta di "distribuire un dividendo da 0,75 euro a azionisti nel prossimo decennio”, secondo fonti vicine. Allo stesso modo, Álvarez-Pallete dovrà promuovere l'IPO di Telxius, la filiale delle infrastrutture in cui il gruppo vuole riunire i propri cavi e torri sottomarini.

Nel contesto spagnolo, l'operatore dovrà occuparsi di entrambi Vodafone come con arancia, la sua principale concorrenza, che ha recentemente acquisito grande forza attraverso le acquisizioni di O NOJazztel, avvicinando le sue quote di mercato nel segmento mobile a quelle di Telefónica. A questa situazione si deve aggiungere l'ampio riduzione del personale che il gruppo intende intraprendere a breve, una strategia per la quale ha a disposizione quasi 3.000 milioni di euro.