Debito variabile - Cos'è, definizione e concetto

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Debito variabile - Cos'è, definizione e concetto
Debito variabile - Cos'è, definizione e concetto
Anonim

Il debito variabile è un prestito che ha una scadenza a breve termine e che può essere rinnovato continuamente. Di solito si riferisce al debito pubblico.

Il debito variabile è, in altre parole, quello che si ottiene per un breve periodo, e alla scadenza può essere rimborsato da un altro prestito.

Si segnala che, nel caso del debito pubblico, questo si acquisisce attraverso l'emissione di strumenti quali titoli di stato e buoni del tesoro. Tali carte passano normalmente nelle mani di banche e/o investitori nazionali o esteri. Così, questi agenti diventano finanzieri del governo.

Il concetto di debito variabile è l'opposto del debito consolidato, che è quello con scadenza a lungo termine. Pertanto, la procedura di scambio del debito a breve termine con uno a lungo termine è chiamata consolidamento del debito.

Vantaggi e svantaggi del debito fluttuante

Il vantaggio principale del debito variabile è che, quando viene rinnovato, potrebbe essere accessibile a un tasso di interesse inferiore. In questo modo il debitore sosterrebbe minori oneri finanziari. Questo è possibile se i tassi di interesse di mercato scendono.

Allo stesso modo, va tenuto presente che i tassi di interesse sulle obbligazioni a breve termine sono generalmente inferiori rispetto a quelli sugli strumenti a lungo termine. Questo perché i primi implicano meno rischi o incertezze per il creditore.

Al contrario, il debito variabile ha lo svantaggio che, se i tassi di interesse di mercato aumentano, anche il tasso di interesse sul prestito potrebbe aumentare quando viene rinnovato. Di conseguenza, gli oneri finanziari del debitore aumenterebbero.

Un altro rischio importante da considerare, in particolare nel caso del debito pubblico, è che i prestiti ottenuti potrebbero spingere lo Stato a emettere nuovi titoli di debito (per far fronte alle obbligazioni assunte). Ciò potrebbe generare un ciclo di indebitamento che, anche se la tesoreria non genera entrate sufficienti, potrebbe portare all'emissione inorganica di moneta, producendo pressioni inflazionistiche.

Dobbiamo ricordare che il denaro inorganico è quello che non ha un vero supporto, come un aumento della produzione, ma si basa solo sulla fiducia degli utenti.

Il denaro inorganico può essere emesso in molti modi, ma forse il più allarmante, e quello che può portare all'inflazione, è quando l'autorità monetaria presta denaro alle autorità statali, che accettano di rimborsare i finanziamenti futuri. Questo può anche portare a periodi di iperinflazione, nel peggiore dei casi.