Albert Hirschman - Biografia, chi è e cosa ha fatto

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Anonim

Albert Hirschman è stato un economista tedesco, noto per aver aperto la strada all'economia dello sviluppo. Sulla base del suo lavoro sul campo in America Latina, ha sottolineato l'importanza di promuovere progetti concreti nelle comunità.

Albert Hirschman (1915-2012) è nato a Berlino, in Germania. La sua vita è stata segnata dalla guerra. Quando era giovane, Hitler salì al potere e dovette emigrare in altri luoghi. Ha studiato economia a Parigi, Londra ea Trieste ha conseguito il dottorato.

Hirschman non fece grandi speculazioni sulla teoria economica, ma volle capire le cause del caos politico-economico europeo di quei decenni. Durante la seconda guerra mondiale si unì agli Alleati per combattere l'avanzata fascista in Europa, divenendo membro dell'esercito americano.

Dal 1946 è legato alla Federal Reserve, dove si occupa del finanziamento del Piano Marshall e della ricostruzione europea. Nel 1952, temendo l'epurazione McCarthy che stava avvenendo nella pubblica amministrazione statunitense, decise di emigrare in Colombia insieme alla sua famiglia. Dal 1952 al 1954 ha lavorato come consigliere del Consiglio nazionale di pianificazione e dal 1954 al 1956 come consigliere economico del governo di Bogotà.

Pioniere dell'economia dello sviluppo

Sebbene in quei primi anni del dopoguerra si pubblicassero articoli e libri sullo sviluppo economico, l'"economia dello sviluppo" non era ancora un campo di studio ben definito. Quindi Hirschman sarebbe stato uno dei pionieri nel consolidamento di questa disciplina. La sua vita e il suo lavoro in America Latina hanno alimentato il suo pensiero innovativo e prodotto due delle sue opere principali.

Sopra "La strategia dello sviluppo economico" (1958) fa notare che le regioni sottosviluppate rimangono in questo stato, non tanto a causa della povertà stessa, ma perché non esistono meccanismi per rendere produttive le risorse a loro disposizione. Ciò implica stimolare opportunità di sviluppo inesplorate. In breve, una visione dal basso verso l'alto, dove lo sviluppo si costruisce con progetti concreti localizzati nelle comunità.

Con "Viaggi verso il progresso" (1963) e "Progetti di sviluppo osservati" (1967) completerà una trilogia in cui narrerà l'avventura dello sviluppo come viaggio verso un mondo migliore, attraverso la formulazione e l'attuazione di diverse politiche economiche in America Latina.

L'esperienza del "lavoro sul campo" riorienterà la sua carriera e lo porterà a diventare professore presso prestigiose università americane: Yale (1956-1958), Columbia (1958-1964), Harvard (1964-1974) e Princeton (1974-1985, emerito dal 1985)

Critica delle competenze internazionali

Albert Hirschman aveva una visione critica degli esperti internazionali (da organizzazioni come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale). Nei paesi sottosviluppati erano visti come persone indispensabili per la progettazione e l'esecuzione dei piani di sviluppo. Tuttavia, Hirschman ha notato che avevano una conoscenza limitata delle circostanze locali. Non erano consapevoli delle opportunità esistenti e ancor meno osavano esplorare nuove alternative.

Per Hirschman era necessario prestare molta attenzione e cura agli aspetti microeconomici. Ritiene che i progetti di investimento pubblico debbano coinvolgere le conoscenze, le esperienze e le aspettative della popolazione locale; come avvertiva che le proposte dei "tecnici" non avrebbero avuto il successo sperato, senza la partecipazione e la decisione dei cittadini.

Uno scienziato sociale

Negli anni in cui visse in America Latina, Hirschman si rese conto dell'esistenza di altri tipi di razionalità, che andavano oltre la "razionalità economica". Nel suo libro "Passioni e interessi: Argomenti politici a favore del capitalismo prima del suo trionfo" (1977) hanno insistito su modi alternativi (più umani e creativi) di pensare all'economia e alla politica.

I modelli matematici gli sembravano troppo astratti e meccanici. Nella sua ricerca ha deciso di approfondire il comportamento umano e si è imbevuto di filosofia e psicologia. Nel 1977 ha pubblicato "Uscita, voce e lealtà" (1977), dove ha collegato Economia e Scienze Politiche, aprendo lo studio delle risposte umane ai cambiamenti negli ambienti economici, politici e organizzativi.

Fino ad un'età molto avanzata ha continuato a pubblicare testi dove si è avvicinato al mondo sociale in modo diverso, in modo olistico, come interrelazione tra il sistema economico, politico e sociale.